Ridurre l’impatto delle emissioni delle attività marittime su scala globale rappresenta una delle maggiori sfide nell’ambito della decarbonizzazione. Le soluzioni possibili sono diverse e la cattura della CO₂, su cui si è concentrato il lavoro di Ecospray, è una delle principali. Tuttavia le tecnologie esistenti attualmente sono poche e non facilmente applicabili ai diversi tipi di navi. Anche la letteratura sul tema è ridotta e per questo le tecnologie testate e impiegate da Ecospray (scrubbing con ammine e latte di calce e MCFC) stanno riscontrando un interesse crescente in ambito accademico diventando oggetto di ricerca.
Gli ultimi due importanti studi effettuati sono stati inseriti in due paper di recente pubblicazione: “Process analysis of a molten carbonate fuel cell on-board application to reduce vessel CO₂ emissions” stilato dall’ingegnere Maurizio Archetti di Ecospray insieme ai docenti dell’Università di Genova Barbara Bosio, Emilio Audasso e Dario Bove e pubblicato su Chemical Engineering and Processing: Process Intensification e “Experimental Modeling of CO₂ Sorption/Desorption Cycle with MDEA/PZ Blend: Kinetics and Regeneration Temperature” su Sustainability 2023 firmato dall’ingegner Alex Magnetti Vernai di Ecospray, Alice Di Rienzo e dal professor Enrico Destefanis e dal suo team dell’Università di Torino.
Filippo Lossani, direttore della B.U. Marine di Ecospray
“Le celle a combustibile a carbonati fusi (MCFC) rappresentano una soluzione praticabile e promettente al tempo stesso – spiega Filippo Lossani, direttore della B.U. Marine di Ecospray – Lo studio, condotto dal team della professoressa Barbara Bosio dell’Università di Genova insieme a Maurizio Archetti di Ecospray si concentra sull’ammodernamento delle navi esistenti utilizzando celle a combustibile a carbonati fusi (MCFC) con l’obiettivo di consentire una produzione aggiuntiva di energia catturando al contempo la CO₂ emessa dai motori delle navi convenzionali.
“Lo studio ha indagato due possibili configurazioni per la segregazione della CO₂ e, attraverso simulazioni software, ha dimostrato la possibilità di applicare le MCFC alle navi passeggeri esistenti ottenendo CO₂ segregata e liquefatta per il suo stoccaggio a bordo”.
Lo studio condotto con l’Università di Torino ha riguardato invece la possibilità di rigenerazione delle ammine in condizioni di bassa pressione e bassa temperatura.
“Ecospray e il team guidato dal professor Enrico Destefanis hanno creato un sistema su scala di laboratorio per l’assorbimento e il desorbimento di CO₂ attraverso una soluzione di ammine in condizioni controllate – spiega Alex Magnetti Vernai, Process Manager in Ecospray che ha seguito in prima persona la ricerca – Questo studio ha permesso di verificare la ripetibilità dei cicli di assorbimento-desorbimento e di quantificare la CO₂ separata alla fine di ogni ciclo. È stata studiata in dettaglio anche la cinetica del processo ed è stato possibile determinare i principali parametri cinetici. I test su scala di laboratorio sono stati un passo cruciale nello sviluppo del nostro processo di carbon capture, fornendoci le conferme di cui avevamo bisogno per poter sviluppare un impianto più articolato”.
Alex Magnetti Vernai, Process Manager in Ecospray
La collaborazione con l’Università di Torino è ancora in corso sui temi degli aspetti energetici e della selezione di miscele amminiche ancora più performanti.